Anche questa seconda gita lascia poche speranze sulla luce, ma per lo meno siamo tranquilli che acqua non ne dovremmo prendere: partiamo quindi in 18 in quasi perfetto orario e dopo il doveroso caffè la prima tappa è Comacchio, dove su un palo della luce non proprio vicinissimo è posato un ormai famoso Falco sacro. Il tempo di alternarsi tutti al cannocchiale per poterlo osservare nella foschia a 60 ingrandimenti e se ne parte, senza fare più ritorno; al suo posto si posa prima una poiana, e poi una seconda facendoci gridare “eccolo, è tornato”! solo quando riparte dispiegando le ali ci accorgiamo di essere stati buggerati!
Dai campi sottostanti comunque si alzano e riposano, fermandosi talvolta sui fili, numerosi altri uccellini: passere d’Italia e mattugie, migliarini di palude, pispole e... chissà cos’altro.
Inoltre ben 4 poiane in volo contemporaneamente e qualche gheppio.
Alla fine ripartiamo portandoci alle saline di Comacchio, dove nell’acqua bassa osserviamo subito alcune pantane e un gruppo numerosissimo di totani mori (forse, ma forse, in mezzo sta nascosta anche qualche pettegola?). Inoltre osserviamo un bel gruppo di Cavalieri d’Italia, rara osservazione invernale, alcune volpoche e delle alzavole, oltre a numerose garzette e aironi bianchi maggiori.
Si è fatta già ora di pranzo e ci portiamo sulla spiaggia del Lido degli Estensi, dove il canale Logonovo uscendo in mare ha creato dei bassi fondali che con l’abbassarsi della marea formano una serie di piccoli isolotti. Qui, come ci aveva predetto il mago Menotti, troviamo diverse centinaia di Piovanelli pancianera e numerosissime pivieresse. Aguzzando poi gli occhi ed osservando con maggiore attenzione la formicolante moltitudine ecco emergere corriere grosso, fratino ed alcuni piovanelli tridattili (e anche una gavina).
Mangiamo i nostri panini, condividendo come d’abitudine con i gabbiani nella speranza (vana) di leggere qualche anello, ma ottenendo in compenso la loro gratitudine e la possibilità di osservarli veramente da vicino.
Il tempo scorre inesorabile, e ci portiamo quindi verso la bonifica del Mezzano; una breve sosta ai margini di Valle Zavelea frutta mestoloni, avocette, chiurli e un falco di palude (credo l’unico di tutta la giornata, incredibile in considerazione dei luoghi visitati).
Percorrendo l’argine Agosta a fianco delle Valli di Comacchio incrociamo alcuni gruppetti di Quattrocchi, oltre a svassi maggiori e soprattutto piccoli in quantità.
Facciamo anche una scappata fino a Boscoforte nella speranza di vedere i fenicotteri, ma questi sono dall’altra parte della penisola e ne sentiamo soltanto alcuni richiami persi nella nebbia, in compenso ecco una delle rare albanelle reali della giornata.
La giornata volge al termine, la concludiamo con una sosta nei pressi del numeroso gruppo di oche lombardelle e selvatiche, e infine con l’omaggio ai gufi di Ostellato dai quali giungiamo proprio all’ora in cui si risvegliano e cominciano le operazioni di pulizia e riassetto del piumaggio, per poi partire alla conquista della notte!